LA RADIO (Primo deposito)

Dalle equazioni di Maxwell alla scoperta delle onde elettromagnetiche:
La base fondamentale per la scoperta delle onde radio venne fornita dagli studi teorici dello scozzese James Clerk Maxwell, che nel lontano 1873 pubblicò il Trattato di Elettricità e magnetismo e successivamente la Teoria dinamica del campo elettromagnetico. In questi studi veniva enunciato, in forma matematica, il rivoluzionario principio che fenomeni ottici, elettrici e magnetici sono della stessa natura e che di conseguenza debbono esistere onde elettromagnetiche le quali seguono le stesse leggi della luce. Passeranno molti anni prima che un giovane fisico tedesco, Heinrich Rudolf Hertz riesca sperimentalmente a dimostrare la validità delle teorie di Maxwell. Hertz costruì un dispositivo che produceva delle scariche elettriche le quali a loro volta generavano onde elettromagnetiche, quelle stesse onde che erano state incredibilmente preconizzate dal fisico Maxwell. Accanto all’oscillatore, Hertz poneva un altro apparecchio di sua invenzione, dove era possibile osservare delle minuscole scintille, che si manifestavano tra due piccole sfere del dispositivo stesso, quando veniva messo in funzione l’oscillatore e tutto ciò nonostante i due apparecchi non fossero collegati tra loro. Hertz morì a soli 37 anni il 1° gennaio 1894.

Guglielmo Marconi: l’invenzione della telegrafia senza fili:
Marconi, nato in una famiglia benestante, ebbe un’istruzione scolastica molto irregolare,tanto che a vent’anni non aveva ancora conseguiti alcun diploma. Marconi fin da piccolo aveva dimostrato di possedere molta manualità e a casa aveva creato un piccolo laboratorio dove, con mezzi di fortuna,costruiva apparecchiature elettriche ripetendo gli esperimenti descritti sui libri. Leggendo una rivista scientifica, Marconi venne a conoscenza delle esperienze di Hertz sulle onde elettromagnetiche e, giovandosi con molta accortezza di tutti i progressi che erano stati raggiunti fino a quel momento dagli altri sperimentatori, ebbe la capacità di intuire che quella scoperta e quegli apparecchi avrebbero consentito di effettuare comunicazioni telegrafiche. Durante l’estate del 1894 Marconi lavorò intensamente giorno e notte, per riprodurre gli strumenti necessari a ripetere gli esperimenti di Hertz,dapprima incontrando insuccessi ma poi riuscendo, passo dopo passo, ad aumentare la distanza tra i due apparati. Ma il vero traguardo, che con ostinazione Marconi si proponeva di raggiungere, era dimostrare la capacità delle onde hertziane di poter superare ostacoli ed essere quindi ricevute in luoghi fuori della portata ottica, in caso contrario la telegrafia senza fili sarebbe stata un’invenzione inutile. La madre di Marconi, siccome era irlandese aveva numerose amicizie a Londra, riuscì a far ricevere il figlio dall’ingegnere capo del dipartimento telegrafico delle Poste Inglesi, William Preece; questi, resosi immediatamente conto dell’importanza della scoperta, decise di fornire a Marconi adeguati mezzi tecnici e finanziari per proseguire nelle ricerche. Marconi era perfettamente consapevole di avere messo in opera un’invenzione i cui riflessi commerciali erano preminenti e quindi il 2 giugno 1896 presentò all’Ufficio Brevetti di Londra la domanda del brevetto di Telegrafia Senza Fili che venne rilasciato l’anno successivo. Nel luglio 1897 il Ministro della Marina italiano invita in Italia Marconi che eseguirà una serie di esperimenti davanti a gruppi di tecnici e scienziati e davanti al re Umberto e alla regina. E’ un vero trionfo, in poco più di un anno il nome di Marconi è popolarissimo; ormai è un uomo famoso, ricco e sulla cresta del successo.

La tecnica progredisce: primi tentativi di radiofonia:
Mentre Marconi ed altri sperimentatori orientavano le loro ricerche per riuscire ad aumentare la distanza dei radiocollegamenti telegrafici tra punti fissi, facendo ricorso a trasmettitori sempre più potenti e sistemi d’antenna diversi, altri ricercatori rivolgevano i loro studi nel cercare di trasmettere, per mezzo delle onde radio, voci e suoni. Il primo che ottenne risultati concreti in quest’ultimo campo fu Reginald Aubrey Fessenden che riuscì a trasmettere la voce in luogo di segnali, sovrapponendo la corrente, generata da un microfono, alle onde hertziane e quindi a modularle. Il sistema presentava tuttavia un gravissimo inconveniente: il microfono fondeva a causa della elevatissima corrente elettrica che lo attraversava, diventando in breve tempo inutilizzabile. Fessenden riuscì ad aggirare l’ostacolo raffreddando, con un particolare sistema a circolazione d’acqua, il microfono a granuli di carbone. La vigilia di Natale del 1906 Fessenden riesce a trasmettere parole e musica usando uno speciale alternatore ad alta frequenza. Nel 1907 Fessenden costruisce un trasmettitore più potente e le parole pronunciate davanti al microfono vengono percepite fino a 320 chilometri di distanza lungo la costa orientale degli Stati Uniti: la radiofonia era diventata una realtà. Anche in Germania, vengono condotti con lusinghiero successo esperimenti analoghi. In Francia i militari effettuano esperimenti di radiofonia tra Parigi e Dieppe utilizzando la Torre Eiffel per la collocazione del trasmettitore. Marconi reagisce negativamente all’invenzione della telegrafia senza fili, come egli stesso chiamava la sua invenzione, è e deve rimanere un sistema di comunicazione, soprattutto tra le stazioni di terra e le navi, deve porsi come un sistema alternativo alle comunicazioni telegrafiche via cavo e mai e poi mai costituire un oggetto di ricreazione. Gli avvocati della Marconi Compan] inoltrano istanze ai tribunali nel tentativo di far cessare gli esperimenti che ormai vengono condotti in numerosi paesi del mondo. Le controversie giudiziarie non saranno favorevoli a Marconi che, alla fine del 1910 si vedrà costretto, suo malgrado, a sottoscrivere delle transazioni di accettazione della radiofonia anche se intesa solo come mezzo di comunicazione di messaggi parlati (telefono senza filo). Soltanto nel 1920 Marconi] si arrenderà alla situazione che si è venuta a creare e accetterà la radiodiffusione ormai diventata strumento di diffusione musicale e solo secondariamente anche mezzo di informazione tanto che si recherà negli USA proprio per costatarne lo sviluppo.

I precursori della radiofonia:
L’idea di trasmettere musica e parole a distanza nasce molto prima dell’invenzione della radio. Nel 1878, in Svizzera, da un teatro viene effettuato un esperimento di trasmissione via telefono. I pochi possessori di un apparecchio telefonico possono ascoltare l’opera che viene diffusa sulle linee telefoniche a cura della locale società dei telefoni. A questo esperimento, ne seguono altri: nel 1881 a Parigi, in una sala, dove è allestita l’Esposizione Internazionale di Elettricità, si può ascoltare in cuffia una commedia rappresentata al Teatro della Comedie. A Francoforte sul Meno nel 1883 viene trasmessa, sempre via telefono, un’opera lirica a sei chilometri di distanza, e nel 1889 viene trasmesso, attraverso una linea telefonica, un concerto da New York a Philadelphia. Sempre nel 1889 l’ing. Theodor Puskàs, realizza per gli oltre duecento abbonati della rete telefonica di Budapest un servizio regolare di trasmissione di notizie chiamato Giornale telefonico ungherese. In brevissimo tempo questo servizio, che ha riscosso un elevato gradimento da parte del pubblico di abbonati, si sviluppa: alle notizie vengono intercalati brani musicali di opere liriche. Altre città europee offrono ugualmente ai loro abbonati del telefono, col pagamento di un piccolo supplemento di canone, la possibilità di ascoltare rappresentazioni di opere dal teatro e di concerti da sale musicali.

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