Nanna

Ed è già tutto finito qui…=(

‘E difficile riassumere in poche parole quello k abbiamo trascorso in questi tre anni…ma si può dire k sono stati tre anni indimenticabili,pieni di belle cose,abbimo conosciuto tante persone e sinceramente non ci saremo mai immaginati k queste persone potessero diventare csi unite a noi…mi mancherete tutti,davvero tutti,sono stata benissimo con voi in questi anni e sono anche cresciuta grazie a voi e a tutti i prof…vi ricorderò per sempre…:”””(

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NIKOLA TESLA(Quarto deposito)
Nikola Tesla nato a Smiljan, 10 luglio 1856 e morto a New York, 7 gennaio 1943 è stato un fisico, inventore e ingegnere serbo naturalizzato statunitense nel 1891. Tesla è conosciuto soprattutto per il suo rivoluzionario lavoro e i suoi numerosi contributi nel campo dell’elettromagnetismo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento. I suoi brevetti e il suo lavoro teorico formano la base del moderno sistema elettrico a corrente alternata, compresa la distribuzione elettrica polifase e i motori a corrente alternata, con i quali ha contribuito alla nascita della seconda rivoluzione industriale. Negli Stati Uniti Tesla fu tra gli scienziati e inventori più famosi, anche nella cultura popolare. Dopo la sua dimostrazione di comunicazione senza fili nel 1893, e dopo essere stato il vincitore della cosiddetta “guerra delle correnti” insieme a George Westinghouse contro Thomas Alva Edison, fu riconosciuto come uno dei più grandi ingegneri elettrici americani. Molti dei suoi primi studi si rivelarono anticipatori della moderna ingegneria elettrica e diverse sue invenzioni rappresentarono importanti innovazioni. Nel 1943 una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti gli attribuì la paternità slu suolo statunitense, di alcuni brevetti usati per la trasmissione di informazioni via onde radio. Avendo sempre trascurato l’aspetto finanziario, Tesla morì povero e dimenticato all’età di 86 anni. Oltre ai suoi lavori nell’elettromagnetismo e nell’ingegneria, Tesla ha contribuito in varia misura a diversi settori delle scienze applicate come per esempio la robotica.
Nel 1886 Tesla fondò una propria società, la Tesla Electric Light & Manufacturing. I primi finanziatori non erano d’accordo con Tesla sui suoi progetti per il motore a corrente alternata e alla fine gli tolsero il controllo della società. Tesla lavorò quindi a New York come operaio generico dal 1886 al 1887 per guadagnarsi da vivere e mettere da parte risorse per i suoi progetti futuri. Nel 1887 costruì il primo motore a induzione a corrente alternata senza attrito. Nello stesso anno, sviluppò i principi della bobina e iniziò a lavorare con George Westinghouse nei laboratori di Pittsburgh della Westinghouse Electric & Manufacturing Company. Nell’aprile del 1887 Tesla iniziò a investigare su quelli che in seguito sarebbero stati chiamati raggi X utilizzando i suoi tubi a vuoto a singolo nodo. Eseguì numerosi esperimenti prima della scoperta di Röntgen ma non rese largamente note le sue scoperte; la maggior parte della sua ricerca è andata perduta nell’incendio del suo laboratorio avvenuto nel marzo del 1895. Nel luglio 1891, a 35 anni, riuscì ad accendere, a distanza e senza fili, dei tubi a vuoto in entrambi i suoi laboratori, fornendo la prova delle potenzialità della trasmissione senza fili di potenza. Giunto all’età di quarantuno anni, Tesla registrò il primo brevetto di base della radio.

La rivendicazione contro Marconi
Nel 1943 una sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti attribuì a Tesla la precedenza di alcuni brevetti rispetto a Marconi, tra cui la radio. In realtà nessuno prima di Tesla aveva effettuato esperimenti di trasmissioni radio come le intendiamo oggi, cioè con un circuito risonante. Tesla iniziò a tenere le prime conferenze pubbliche sulla trasmissione di energia tramite onde radio nel 1891 e nel 1893 pubblicò il primo progetto per trasmettere segnali ed anche energia elettrica tramite onde radio. I progetti di Tesla si concentravano sulla trasmissione di onde elettromagnetiche continue per ottenere trasmissioni di segnali ed anche di energia, quelli di Marconi posteriormente, sulla trasmissione di segnali morse tramite onde smorzate e quindi producevano segnali con interferenze e difficili da sintonizzare. Siccome sono progetti differenti si suppone non possono essere opera di semplice copia.

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LA RADIODIFFUSIONE(Secondo deposito)
La radiodiffusione in Europa; Italia:
In Italia lo sviluppo della diffusione della radiofonia non differisce da quella verificatasi nella maggioranza dei paesi europei. I primi esperimenti di radiodiffusione circolare furono opera di dilettanti e iniziarono intorno al 1920. Questi esperimenti, insieme alle notizie dei progressi compiuti all’estero, interessarono ben presto la stampa e crearono di conseguenza aspettative da parte del pubblico che non tardarono ad essere soddisfatte. Una prima iniziativa si ebbe a Roma nel 1922 con Radio Araldo, fondata dalla Società Araldo di Roma che già esercitava un servizio di trasmissioni di notizie e musiche su una rete telefonica. Radio Araldo cominciò a trasmettere per alcune ore al giorno con una piccola stazione di soli 250 watt che venne installata a Piazza S. Claudio. Nel febbraio 1923 un Regio Decreto riservava allo Stato l’esercizio degli impianti di radiodiffusione con facoltà da parte del Governo di concessioni a privati. In conseguenza di ciò sorsero imprese che miravano ad ottenere dal Governo la concessione; alcune nella prospettiva di esigere un canone e comunque di ricavare un lucro dalla pubblicità (come avveniva negli Stati Uniti), altre che vedevano nella concessione un mezzo per incrementare la vendita degli apparati riceventi da esse costruiti. In precedenza (4 marzo 1923), un Regio Decreto aveva istituito una Commissione tecnico-legale incaricata dello studio e dei provvedimenti inerenti le radioaudizioni e con il compito specifico di esaminare le domande di concessione proposte dalle imprese interessate. Il 3 giugno 1924 il Ministro delle Comunicazioni Costanzo Ciano indirizzava una lettera alle società che avevano proposto domanda di concessione, invitandole a trovare un accordo; questo fu raggiunto, superando non poche difficoltà, e il 27 agosto 1924 venne costituita la Società Anonima Unione Radiofonica Italiana – U.R.I. -. L’Ente manteneva una struttura formalmente privatistica, cioè rimaneva da un punto di vista strettamente giuridico una Società Anonima ma, per effetto del decreto legge sopracitato, quattro membri del suo consiglio di amministrazione dovevano essere rappresentanti del governo. Lo statuto dell’ente e le sue eventuali modifiche dovevano essere approvati dal Ministro delle Poste e Telecomunicazioni, sentito il Consiglio dei Ministri. Durante gli anni della dittatura fascista la radio, controllata dal Governo attraverso il Ministero per la Stampa e la Propaganda, diviene il più importante strumento di informazione al servizio del regime. Durante gli anni della guerra (1940 – 1943) tutta l’informazione radiofonica era pervasa dalla retorica bellicista fascista. In seguito alla situazione politica militare venutasi a creare con l’armistizio dell’8 settembre 1943, che pose fine alle ostilità tra l’Italia e le Potenze Alleate, il sistema delle radiodiffusioni venne completamente stravolto Radio Bari, che si trova in quella piccola parte di territorio non ancora occupato né dagli anglo-americani né dai tedeschi, trasmette autonomamente servizi giornalistici nonché messaggi e proclami del re e del governo Badoglio, fuggito, come è noto, da Roma e rifugiatosi a Brindisi. Tali trasmissioni passeranno sotto il controllo dell’esercito alleato solo dopo il 22 settembre. Anche in Sardegna nasce, per iniziativa di un gruppo di militari italiani, una radio autonoma che prende il nome di Radio Sardegna e manterrà la sua autonomia fino alla fine di novembre quando passerà, come tutte le altre stazioni del cosiddetto Regno del Sud, sotto il diretto controllo delle autorità militari alleate.
Nel frattempo una sentenza della Corte Costituzionale, ribadendo la riserva allo Stato dei servizi radiotelevisivi circolari, detta una serie di principi col proposito di realizzare un monopolio più aperto (la RAI dovrà dipendere dal Parlamento e non più dal Governo, le trasmissioni dovranno essere caratterizzate “da obbiettività e completezza di informazione”, dovrà essere previsto il diritto d’accesso e il diritto di rettifica). La sentenza incredibilmente dichiara legittimi l’installazione e l’esercizio, sul territorio nazionale, di impianti idonei alla diffusione di programmi televisivi esteri. Da questo momento si scatena il boom dell’emittenza privata, con diverse centinaia di stazioni che trasmettono, interferendosi le une con le altre, in un caos spaventoso che è stato definito il Far West dell’etere]. Il Parlamento viene immediatamente invitato a provvedere per porre, con una nuova regolamentazione, i limiti ad una libertà che è stata già riconosciuta nella misura più ampia.” La Corte Costituzionale” di fronte all’assenza del Parlamento, trova ripetute occasioni per intervenire e ribadire la validità della riserva allo Stato del servizio radiotelevisivo su scala nazionale e la limitazione all’ambito locale degli impianti trasmittenti privati. Con una nuova Convenzione, il 10 agosto 1981, il Governo concede in esclusiva alla RAI, per la durata di sei anni, il servizio pubblico di radiodiffusione circolare su scala nazionale. Nel novembre del 1982 la RAI introduce il nuovo servizio in stereofonia con due programmazioni sui canali a modulazione di frequenza: “Raistereo1” e “Raistereo2” che trasmettono dalle 15 alle 24; ad essi si aggiunge, sulle tre reti unificate, “Raistereonotte”. Finalmente, il 6 dicembre 1984, il Governo emana un Decreto Legge che legittima in via provvisoria le trasmissioni nazionali dei circuiti privati purché basate su programmi preregistrati. Il decreto legge e la legge vengono impugnati davanti alla Corte Costituzionale mentre continua la situazione di anarchia che mantiene in vita migliaia di piccole emittenti ed un unico gruppo privato con tre reti. Nel 1988 la Corte Costituzionale, pur ammettendo che la situazione di duopolio esistente è in contrasto con i principi costituzionali, ammette la possibilità di dar vita a un sistema misto con emittenti private operanti anche a livello nazionale, purché in presenza di una rigorosa normativa antitrust capace di impedire un oligopolio privato. Sarà la cosiddetta legge Mammì ad attribuire anche ai privati la possibilità di essere presenti a livello nazionale. La legge ignorerà però la raccomandazione della Corte sulle norme antitrust e questo provocherà addirittura una crisi di governo.

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LA RADIO (Primo deposito)

Dalle equazioni di Maxwell alla scoperta delle onde elettromagnetiche:
La base fondamentale per la scoperta delle onde radio venne fornita dagli studi teorici dello scozzese James Clerk Maxwell, che nel lontano 1873 pubblicò il Trattato di Elettricità e magnetismo e successivamente la Teoria dinamica del campo elettromagnetico. In questi studi veniva enunciato, in forma matematica, il rivoluzionario principio che fenomeni ottici, elettrici e magnetici sono della stessa natura e che di conseguenza debbono esistere onde elettromagnetiche le quali seguono le stesse leggi della luce. Passeranno molti anni prima che un giovane fisico tedesco, Heinrich Rudolf Hertz riesca sperimentalmente a dimostrare la validità delle teorie di Maxwell. Hertz costruì un dispositivo che produceva delle scariche elettriche le quali a loro volta generavano onde elettromagnetiche, quelle stesse onde che erano state incredibilmente preconizzate dal fisico Maxwell. Accanto all’oscillatore, Hertz poneva un altro apparecchio di sua invenzione, dove era possibile osservare delle minuscole scintille, che si manifestavano tra due piccole sfere del dispositivo stesso, quando veniva messo in funzione l’oscillatore e tutto ciò nonostante i due apparecchi non fossero collegati tra loro. Hertz morì a soli 37 anni il 1° gennaio 1894.

Guglielmo Marconi: l’invenzione della telegrafia senza fili:
Marconi, nato in una famiglia benestante, ebbe un’istruzione scolastica molto irregolare,tanto che a vent’anni non aveva ancora conseguiti alcun diploma. Marconi fin da piccolo aveva dimostrato di possedere molta manualità e a casa aveva creato un piccolo laboratorio dove, con mezzi di fortuna,costruiva apparecchiature elettriche ripetendo gli esperimenti descritti sui libri. Leggendo una rivista scientifica, Marconi venne a conoscenza delle esperienze di Hertz sulle onde elettromagnetiche e, giovandosi con molta accortezza di tutti i progressi che erano stati raggiunti fino a quel momento dagli altri sperimentatori, ebbe la capacità di intuire che quella scoperta e quegli apparecchi avrebbero consentito di effettuare comunicazioni telegrafiche. Durante l’estate del 1894 Marconi lavorò intensamente giorno e notte, per riprodurre gli strumenti necessari a ripetere gli esperimenti di Hertz,dapprima incontrando insuccessi ma poi riuscendo, passo dopo passo, ad aumentare la distanza tra i due apparati. Ma il vero traguardo, che con ostinazione Marconi si proponeva di raggiungere, era dimostrare la capacità delle onde hertziane di poter superare ostacoli ed essere quindi ricevute in luoghi fuori della portata ottica, in caso contrario la telegrafia senza fili sarebbe stata un’invenzione inutile. La madre di Marconi, siccome era irlandese aveva numerose amicizie a Londra, riuscì a far ricevere il figlio dall’ingegnere capo del dipartimento telegrafico delle Poste Inglesi, William Preece; questi, resosi immediatamente conto dell’importanza della scoperta, decise di fornire a Marconi adeguati mezzi tecnici e finanziari per proseguire nelle ricerche. Marconi era perfettamente consapevole di avere messo in opera un’invenzione i cui riflessi commerciali erano preminenti e quindi il 2 giugno 1896 presentò all’Ufficio Brevetti di Londra la domanda del brevetto di Telegrafia Senza Fili che venne rilasciato l’anno successivo. Nel luglio 1897 il Ministro della Marina italiano invita in Italia Marconi che eseguirà una serie di esperimenti davanti a gruppi di tecnici e scienziati e davanti al re Umberto e alla regina. E’ un vero trionfo, in poco più di un anno il nome di Marconi è popolarissimo; ormai è un uomo famoso, ricco e sulla cresta del successo.

La tecnica progredisce: primi tentativi di radiofonia:
Mentre Marconi ed altri sperimentatori orientavano le loro ricerche per riuscire ad aumentare la distanza dei radiocollegamenti telegrafici tra punti fissi, facendo ricorso a trasmettitori sempre più potenti e sistemi d’antenna diversi, altri ricercatori rivolgevano i loro studi nel cercare di trasmettere, per mezzo delle onde radio, voci e suoni. Il primo che ottenne risultati concreti in quest’ultimo campo fu Reginald Aubrey Fessenden che riuscì a trasmettere la voce in luogo di segnali, sovrapponendo la corrente, generata da un microfono, alle onde hertziane e quindi a modularle. Il sistema presentava tuttavia un gravissimo inconveniente: il microfono fondeva a causa della elevatissima corrente elettrica che lo attraversava, diventando in breve tempo inutilizzabile. Fessenden riuscì ad aggirare l’ostacolo raffreddando, con un particolare sistema a circolazione d’acqua, il microfono a granuli di carbone. La vigilia di Natale del 1906 Fessenden riesce a trasmettere parole e musica usando uno speciale alternatore ad alta frequenza. Nel 1907 Fessenden costruisce un trasmettitore più potente e le parole pronunciate davanti al microfono vengono percepite fino a 320 chilometri di distanza lungo la costa orientale degli Stati Uniti: la radiofonia era diventata una realtà. Anche in Germania, vengono condotti con lusinghiero successo esperimenti analoghi. In Francia i militari effettuano esperimenti di radiofonia tra Parigi e Dieppe utilizzando la Torre Eiffel per la collocazione del trasmettitore. Marconi reagisce negativamente all’invenzione della telegrafia senza fili, come egli stesso chiamava la sua invenzione, è e deve rimanere un sistema di comunicazione, soprattutto tra le stazioni di terra e le navi, deve porsi come un sistema alternativo alle comunicazioni telegrafiche via cavo e mai e poi mai costituire un oggetto di ricreazione. Gli avvocati della Marconi Compan] inoltrano istanze ai tribunali nel tentativo di far cessare gli esperimenti che ormai vengono condotti in numerosi paesi del mondo. Le controversie giudiziarie non saranno favorevoli a Marconi che, alla fine del 1910 si vedrà costretto, suo malgrado, a sottoscrivere delle transazioni di accettazione della radiofonia anche se intesa solo come mezzo di comunicazione di messaggi parlati (telefono senza filo). Soltanto nel 1920 Marconi] si arrenderà alla situazione che si è venuta a creare e accetterà la radiodiffusione ormai diventata strumento di diffusione musicale e solo secondariamente anche mezzo di informazione tanto che si recherà negli USA proprio per costatarne lo sviluppo.

I precursori della radiofonia:
L’idea di trasmettere musica e parole a distanza nasce molto prima dell’invenzione della radio. Nel 1878, in Svizzera, da un teatro viene effettuato un esperimento di trasmissione via telefono. I pochi possessori di un apparecchio telefonico possono ascoltare l’opera che viene diffusa sulle linee telefoniche a cura della locale società dei telefoni. A questo esperimento, ne seguono altri: nel 1881 a Parigi, in una sala, dove è allestita l’Esposizione Internazionale di Elettricità, si può ascoltare in cuffia una commedia rappresentata al Teatro della Comedie. A Francoforte sul Meno nel 1883 viene trasmessa, sempre via telefono, un’opera lirica a sei chilometri di distanza, e nel 1889 viene trasmesso, attraverso una linea telefonica, un concerto da New York a Philadelphia. Sempre nel 1889 l’ing. Theodor Puskàs, realizza per gli oltre duecento abbonati della rete telefonica di Budapest un servizio regolare di trasmissione di notizie chiamato Giornale telefonico ungherese. In brevissimo tempo questo servizio, che ha riscosso un elevato gradimento da parte del pubblico di abbonati, si sviluppa: alle notizie vengono intercalati brani musicali di opere liriche. Altre città europee offrono ugualmente ai loro abbonati del telefono, col pagamento di un piccolo supplemento di canone, la possibilità di ascoltare rappresentazioni di opere dal teatro e di concerti da sale musicali.

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Risparmio energetico nei servizi.

Ospedali,scuole,poste,banche, bar, discoteche, ristoranti,biblioteche, pub, uffici, cinema, bowling, palestre, farmacie,parchi divertimento, negozi, supermercati sono luoghi in cui tutte le persone hanno la possibilità di frequentare. Nel nostro paese questi edifici rappresentano oltre il 40% dei consumi energetici e circa il 45% delle emissioni di gas serra. é importante promuovere le fonti rinnovabili per le strutture sanitarie,di favorire il risparmio energetico e cntribuire alla riduzione dei gas serra nell’atmosfera.

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Pronti x partire x Venezia?!sarà l’ultima gita della medie…sembra ieri k eravamo in prima…ora siamo diventati+grandi e + carini,ma forse dal proximo anno nn vedremo+ mlt xsone:(… kissone…

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K strage…!

Il terremoto in Abruzzo,tutti ne avrete sentito parlare in questi giorni ai tg…Pultroppo c sono stati veramente troppi morti,circa 295…Una strage k ha riunito tutta l’Italia…:( Nn dimentikiamo queste povere xsone colte da un dolore staziante x la morte di famigliari,amici o x il crollo della loro abitazione in cui sono cresciuti…

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