Il cervello di un robot vedente

Il cervello di un robot vedente 

"Computer in grado di lavorare "alla velocità della luce". Un sogno che presto potrebbe diventare realtà. A gettare una base verso la realizzazione di una nuova generazione di computer, sempre più veloci e potenti, è il primo "cervello robotico vedente" realizzato dalla Isomorph di Trieste insieme all’Università di Udine, una delle scoperte presentate la settimana scorsa a InnovAction, il primo salone mondiale dell’Innovazione che si è svolto a Udine.
«I computer del passato possono comunicare tra di loro con un telefax, ma quando si tratta di vedere una fotografia un computer non sa riconoscerla, non sa cosa è. Questo problema è stato risolto con la teoria di fisica della informazione, sviluppata all’università di Udine, che permette ai computer di interagire con il mondo fisico: ora il computer può vedere, può capire che ciò che vede è un essere umano», spiega Hans Grassmann, dell’Università di Udine che ha coordinato il team di ricerca che ha realizzato la scoperta. «Un nuovo campo della fisica dell’informazione basato su carattere vettoriale dei messaggi, un approccio completamente diverso: un computer normale descrive un vettore con un algoritmo, con una formula matematica, ma non c’è una formula che definisce l’essere umano».
I robot sono ciechi, dunque, ma anche molto costosi, perché per sopperire alla mancanza di vista devono avere una precisione estrema. Ora, con i robot vedenti, tutto cambierà: un robot che vede può coordinarsi in modo molto più veloce e meno costoso. Il risultato? «Lavori semplici che oggi vengono delocalizzati in Cina e India potrebbero restare in Europa, perché si possono fare abbattendo i costi», incalza Grassmann. Un impatto sul mondo industriale di portata rivoluzionaria, ma la tecnologia da sola non sempre può decidere le sorti geopolitiche dell’economia globale.
Vediamo come funziona questa innovazione. Nella teoria fisica dell’informazione i messaggi e il sistema di elaborazione dell’informazione formano due spazi vettoriali isomorfi. Per questo le applicazioni della teoria vettoriale dell’informazione vengono definite computer lineare, dove l’algoritmo viene sostituito da una lookup table o da un sistema di lookup table. Il "software lineare" può essere utilizzato su computer convenzionali, come mostrano alcuni esempi di applicazione come "crittografia e "ricostruzione immagini". Ancora più importante sarebbe la costruzione di un sistema di hardware dedicato, basato sugli stessi principi. Estremamente veloce, indipendentemente dalla sua complessità computazionale, ogni algoritmo può essere sostituito da uno o pochi passi di operazione, e ogni passo può essere eseguito alla velocità della luce, senza dissipazione di energia, capace di effettuare un qualsiasi numero di calcoli contemporaneamente"

Sentito che roba?

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