Il computer

Il Primo computer è stato inventato dagli inglesi durante la seconda guerra mondiale. Lo scopo di questa macchina era quello di decifrare i messaggi segreti dei tedeschi. Pare che le decifrazioni di questo arcaico computer furono determinanti per la vittoria finale.

Questo calcolatore a valvole era denominato Colossus e smentisce tutti coloro che credono che fu l`ENIAC, costruito dagli americani nel 1946, il primo computer della storia. Il contributo di Colossus alla vittoria finale fu così importante che alla fine della guerra Churchill lo fece distruggere e impose il segreto di Stato sull’intera vicenda: nessuno doveva sapere come gli alleati avevano vinto la battaglia dell’informazione. E’ stato probabilmente uno dei segreti meglio custoditi di tutta la Seconda Guerra Mondiale ed è stato necessario attendere gli anni ’70 perché l’esistenza del misterioso computer venisse alla luce grazie a un’indiscrezione. Qui, a partire dal 1939, il governo inglese aveva riunito i più brillanti matematici delle due università, tra i quali il leggendario Alan Turing, padre dell’intelligenza artificiale. Facevano parte dello staff anche latinisti, egittologi, campioni di scacchi e di parole crociate. Il loro compito era quello di decifrare le comunicazioni dell’esercito nemico. I tedeschi, per criptare le trasmissioni, utilizzavano una macchina particolarmente efficiente, la Lorenz SZ42, in grado di generare un numero di chiavi di codifica nell`ordine di 10131, cioè 10 seguito da 130 zeri: indecifrabile, pensavano i tedeschi. Ma si sbagliavano.

L’evoluzione del computer

Col trascorrere del tempo questi sistemi informatici, divennero sempre più potenti e sofisticati. Rimaneva, però, una notevole difficoltà di base nell’utilizzo di queste macchine, che erano comprese veramente solo dagli scienziati informatici del tempo.
Oggi la situazione è molto diversa: l’approccio col computer è meno traumatico, se si commette un errore, basta attendere qualche secondo e ripetere l’operazione. Ciò che cambiò questo panorama fu l’arrivo del microchip negli anni sessanta. Fu una vera rivoluzione, significava che ora i computer potevano essere ancora più piccoli e avere tempi di processo molto più brevi. L’avvento del microchip generò un entusiasmo collettivo, per il computer e le sue potenzialità, sembravano infinite. Alla fine degli anni sessanta e negli anni settanta molti hobbysti, nelle loro stanze ma anche durante le riunioni di computer club che stavano sorgendo, iniziarono a sperimentare con i nuovi computer. Il primo sogno proibito fu un computer denominato ALTAIR, che sconvolse le notti degli amatori e degli appassionati di computer e che fu presentato su una rivista del tempo, dal titolo Popular Electronics.
Era un computer che il proprietario si doveva autocostruire. Era un computer tendenzialmente e praticamente inutilizzabile, ma era il primo computer amatoriale hobbystico.
L’ALTAIR, che viene di solito descritto come il primo home computer, in realtà non entrò nelle case di tutti i cittadini ma solo di alcuni appassionati che non avevano timore a montare e interagire con una macchina abbastanza complessa e ostica.

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