IMPIANTI CYBORG

Dai romanzi cyberpunk di William Gibson agli action movie di Robocop, dalle ingenuità della donna bionica al retro-pop del Doctor Who , gli ibridi uomo-macchina affollano l’immaginario fantascientifico sin dai lontani anni 60. Abbiamo dovuto attendere 40 anni, ma oggi i cyborg sono infine tra noi! Forse non camminano per le strade mescolandosi alla gente comune o non vigilano sugli sguardi ignari dei cittadini e non mangiano proiettili come se fossero caramelle, ma di certo non si dimenano e non compiono imprese straordinarie. Con un nome così, non poteva che entrare della nostra classifica.

1. Il progetto Cyborg 2.0
E’ la volontà di precorrere i tempi del professor Kevin Warwick,vero esponente del transumanesimo, che sin dal 1998 ha impiantato nel proprio braccio un chip in grado di comunicare via wireless con computer e sensori elettronici. Ha così potuto attivare porte elettroniche, luci e sistemi di riscaldamento senza bisogno di muovere un dito. Nel 2002 Warwick, forte dei progressi scientifici e tecnologici effettuati nel corso di quattro anni, ha avviato la seconda fase del progetto Cyborg. Si è così sottoposto a un’operazione chirurgica per collegare alle fibre nervose del braccio sinistro un congegno costituito da 100 elettrodi che gli ha permesso di comandare con il pensiero un braccio robotico, ricevendo al tempo stesso un feedback tattile a distanza. Ed è stato in grado di percepire gli ultrasuoni.

2. L’occhio artificiale
 L’occhio artificiale è oggi realtà, grazie a studi indipendenti di scienziati tedeschi e finlandesi. I primi hanno realizzato una retina artificiale in grado di trasmettere le immagini al cervello attraverso i nervi ottici, sperimentandola con successo su tre pazienti affetti da degenerazione retinica. In Finlandia, invece, Eberhart Zrenner dell’università di Tuebingen e la società Retina Implant AG hanno impiantato un microchip nel retro del bulbo oculare di Miikka Thero, 46 anni, affetto da retinite pigmentosa, restituendogli parzialmente la vista.

3. La mano bionica
Realizzare protesi funzionali per le mani è sempre stato un incubo per ingegneri e sviluppatori. Troppo complessa la struttura e la mobilità delle nostre dita, troppo difficile dare un buon feedback sensoriale. Negli ultimi anni anche questo campo ha fatto passi da gigante; la mano bionica moderna funziona grazie agli stimoli mioelettrici dei muscoli del braccio, che comunicano a microchip e servomeccanismi come muovere le dita artificiali, permettendo quindi di svolgere molte delle incombenze quotidiane.

4. Le lenti per la visione aumentata
Guardare un paesaggio montuoso e zoomare sulle distanti cime innevate. Osservare la vetrina di un negozio di abbigliamento e visualizzare in sovraimpressione su ogni capo i prezzi e le taglie disponibili. La augmented reality entra direttamente nelle nostre lenti a contatto, grazie ai nuovi microchip ideati dai ricercatori dell’università di Washington che consentono di proiettare sul campo visivo informazioni aggiuntive su quello che osserviamo.

5. La telecamera impiantata nella nuca
È l’incubo di tutti gli studenti: un prof. provvisto letteralmente di occhi dietro la testa. Wafaa Bilal, di origini irachene, è professore associato per la cattedra di fotografia dell’università di New York. E ha appena accettato di sottoporsi a un trattamento chirurgico per impiantarsi una piccola telecamera sul retro della testa.

 

Fonti:

Daily Wired

15 gennaio 2011

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.