Il cacciatore di androidi

Trama

Il protagonista è Rick Deckard, un cacciatore di androidi costretto a "ritirare" alcuni non-umani fuggiti da una colonia marziana, una sorta di cacciatore di taglie del 2000, spinto dal miraggio di acquistare un vero animale per sostituire la pecora elettrica in suo possesso (gli animali vivi, uccisi dall’inquinamento, sono diventati una rarità e dunque uno status symbol). Deckard verrà sedotto da Rachel, una replicante che susciterà in lui il dubbio di quale sia il confine tra ciò che è organico e ciò che non lo è, ma soprattutto sul senso dell’umano: se è umano chi si prende cura degli altri e li protegge, fino a che punto è umano chi deve uccidere per professione?

La trasposizione cinematografica

Il libro ha goduto di un’immensa popolarità a seguito del successo della pellicola che ne è stata tratta, Blade Runner di Ridley Scott, considerato uno dei capolavori del cinema di fantascienza. Le due storie hanno però notevoli differenze. Deckard è un duro detective stile Marlowe o Sam Spade nel film, mentre nel romanzo è un padre di famiglia che deve portare a casa lo stipendio, un personaggio molto più grigio. Inoltre film e romanzo si differenziano per carattere problematico del film rispetto alla natura degli androidi: laddove nella pellicola si è portati quasi a solidarizzare nei confronti degli esseri artificiali, nel libro essi appaiono freddi, calcolatori e del tutto privi di qualsiasi sentimento. Rachel, in particolare, che nel film è una figura fortemente romantica, nel romanzo originale è invece un personaggio quantomeno ambivalente o negativo (come del resto quasi tutte le coprotagoniste femminili in Dick) con cui il protagonista Deckard, sposato, ha solo una squallida storia.

Nel film sono continui i riferimenti al genere hard-boiled californiano di Raymond Chandler: oltre a Deckard versione fantascientifica di Marlowe, c’è Rachel come dark lady, Tyrrell nelle vesti del potente patriarca che assegna la missione al detective, la polizia corrotta, l’underworld di gente dedita a traffici di ogni sorta (la forte presenza di asiatici va letta probabilmente come un omaggio a un altro classico dell’hard-boiled cinematografico Chinatown di Roman Polanski).

Lo scrittore morì poco prima dell’uscita del film, e poté vedere soltanto una proiezione privata composta da alcuni spezzoni di lavorazione. Inizialmente molto scettico sull’intera operazione, dato che la sua opera veniva di fatto stravolta, fu in seguito uno dei maggiori sostenitori del film, che non a caso è dedicato alla sua memoria

Uomo e androide

Il tema più significativo del romanzo è la difficolta di discernere tra essere umano e androide, ma non nel senso che potrebbe suggerire una lettura superficiale. Difatti nel romanzo gli androidi sono macchine disumane, macchine senzienti, ma senza l’empatia che li qualificherebbe come uomini, per questo, nonostante la loro intelligenza sia superiore a quella di molti fra uomini, possono soltanto simulare la natura umana. Sono invece gli esseri umani che perdono l’umanità fino ad assomigliare agli androidi; sono infatti gli uomini che tengono pecore (anche) elettriche, e sono sempre gli uomini che, grazie ad una speciale macchina, possono decidere quali sentimento provare, divenendo in effetti "macchine" a loro volta.

Inoltre Deckard, come gli altri cacciatori di androidi, deve essere pronto a uccidere gli androidi, ma per far questo deve essere pronto a sopprimere i propri sentimenti di simpatia (o empatia, per usare un termine caro a Dick) per creature che sembrano umane. Uccidere snatura l’umanità del protagonista, e non ha importanza il sapere di star uccidendo creature non-umane.

Il punto emblematico di questo aspetto è nel momento del romanzo in cui il protagonista incontra un androide, il quale riesce ad essere considerato umano perché afferma di essere vissuto sempre in un ambiente inumano, asettico; solo un’ultima domanda svela la vera natura del soggetto, non perché la risposta sia sbagliata, ma perché la reazione è troppo lenta. L’umanità è in un battito di ciglia.

È questo, secondo alcuni, l’aspetto più terribile del romanzo: non sono gli androidi ad assomigliare agli uomini, ma gli uomini ad assomigliare agli androidi

Aspetto commenti

Miki

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarĂ  pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.