Invenzione curiosissima: si può depurare l’acqua utilizzando i fichi d’india……

Qualcuno potrà dire che si tratta di vecchi rimedi, solo perché si sfrutta un’antica tradizione messicana, ma si tratta di un metodo sperimentato per purificare l’acqua contaminata. Parliamo di una tecnica antica già nota ad alcune comunità messicane del XIX secolo, semplice ed economica. Per rimuovere le sostanze inquinanti, infatti, si usa il fico d’India, che è una pianta che tutti conoscono e che in inverno assume un colore arancio giallo verde rosso; è di taglia grande e può raggiungere anche i 1,8 m. di altezza. Mantiene la foglia in inverno.

Ecco una bella immagine per chi (caso mai) non avesse mai visto il fico d’india!

Crescendo il fico d’India sviluppa un arbusto tondeggiante. Norma Alcantar è la ricercatrice messicana dell’Università della Florida del Sud (Usa), che ha coordinato lo studio per depurare l’acqua utilizzando i fichi d’india. La ricercatrice Norma Alcantar racconta che sua nonna usava il liquido del fico d’India per rendere l’acqua potabile: lei era molto curiosa di capire come potesse funzionare la depurazione. Certo che in un mondo inquinato come quello di oggi uno degli aspetti fondamentali dell’ecologia, la cura delle acque, è assai importante! Pare proprio che adesso la ricercatrice sia riuscita a capire il segreto di quest’antica tradizione. E’ una trovata a dir poco geniale: il depuratore dell’acqua con il fico d’India! La ricercatrice ha studiato le proprietà delle sostanze verdi del fico e le loro reazioni con i contaminanti nell’acqua potabile. La sua ricerca ha così scoperto che la sostanza gommosa, o la mucillagine, che si trova nei cactus, è in grado di rimuovere i metalli pesanti, particelle e anche batteri dall’acqua che la rendono non potabile. I ricercatori hanno mescolato il fico d’india con i sedimenti e i batteri: hanno notato che in poco tempo le sostanze disciolte in acqua cominciavano ad agglomerarsi, formando nuclei più densi che, per il loro peso, si depositavano sul fondo. Quando l’esperimento è stato ripetuto con acqua contaminata addirittura “con arsenico”, quest’ultimo, interagendo con la mucillagine, saliva in superficie. Quindi nel primo caso è stato necessario filtrare l’acqua, nel secondo è stato sufficiente rimuovere lo strato superficiale. Il concetto di Norma Alcantar è quello di adattare questo materiale in macchinari portatili per le comunità che vivono nelle campagne ed utilizzarlo là dove c’è stata una esposizione ad acqua potabile inquinata. Si tratta di un dispositivo semplice ed immediato (oltrechè “naturale”), quindi va bene nelle zone rurali sottosviluppate, dove l’accesso alle tecnologie di filtrazione convenzionale dell’acqua inquinata è limitato. Il gruppo di studio della ricercatrice si è così concentrato sul fico d’India, un frutto molto più comune del cactus in quanto è diffuso nelle regioni aride del Messico, Stati Uniti occidentali e nel Mediterraneo (l’Italia ne è piena). Poiché il cactus può essere coltivato a livello locale, in modo sostenibile e a basso costo, potrebbe essere un agente ideale per il trattamento delle acque. Attualmente la ricercatrice sta lavorando con antropologi e geologi per usare e applicare questa tecnica nelle comunità che non hanno la possibilità di usare acqua pulita.

LUCIA ADELE N. 3^ A

3 commenti su “Invenzione curiosissima: si può depurare l’acqua utilizzando i fichi d’india……”

  1. i primi 2 hanno ragione ekkome, ma penso k tu sia 1na ragazza in gamba, anzi: ne sono pittosto certa! ciau amore! tvttb

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