William Gilbert

William Gilbert

William Gilbert, nacque a Colchester, il  24 maggio 1544, e morì a Londra il  30 novembre 1603. Egli fu un medico, ed un fisico inglese. Studiò l’elettricità ed il magnetismo, infatti fu lui ad inventare il termine elettricità. Il suo lavoro si basava sulla “nuova fisiologia, sul magnete, sui corpi magnetici e sul gran magnete terrestre”, ed è in questa opera che descrive numerosi esperimenti eseguiti sul modello del campo magnetico terrestre ricostruito in laboratorio. W. Gilbert costruì anch’egli una sfera di magnetite “la terrella”, come già aveva fatto Petrus Peregrinus, ad immagine del Globo Terrestre, e delineò, facendo riferimento a tale modello, le linee di forza del campo magnetico terrestre, dando così la possibilità di capire il funzionamento della “bussola” che sappiamo era in uso almeno dal tredicesimo secolo D.C. Essa sfrutta la proprietà di un magnete libero di ruotare (nel piano e anche nello spazio) e di orientarsi nella direzione nord-sud dei meridiani terrestri. Egli descrive in modo accurato i suoi esperimenti nel libro “De magnete magneticisque corporibus et de magno Tellure Physiologia”, pubblicato a Londra nel 1600. Da questi esperimenti conclude che il campo magnetico terrestre è originato da un magnete, ed è perciò la causa del comportamento delle bussole. Gilbert studiò anche l’elettricità statica generata dall’ambra, e dal nome greco di questo materiale (electron) coniò il termine forza elettrica. L’unità di misura del potenziale magnetico prende il nome di gilbert in suo onore. Gilbert si accorse che non si possono separare i poli di una calamita, infatti, tagliando in due una calamita si ottengono due calamite e non due mezze calamite. Gilbert fu il primo uomo a ipotizzare che la terra fosse una grande calamita e che l’ago della bussola fosse attratto dai poli magnetici della terra, coincidenti con i poli geografici, ed era convinto che si potesse arrivare a misurare la latitudine anche con tempo nuvoloso semplicemente impiegando la bussola. Forse fu proprio per queste qualità misteriose che i fenomeni magnetici si portarono dietro un alone quasi magico, e grazie a Gilbert possiamo dire che “La Terra funziona come un gigantesco magnete”.

Lucia Adele Nanni III^A

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