Arianna

Tutto finito…

..Questi 3 anni sono davvero volati, è stata un’esperienza fantastica avere degli amici come voi..non vi scorderò mai e non scorderò mai tutte le cose passate assieme..le risate, i pianti, i litigi..etc..mi dispiace sia passato tutto cosi in fretta..mi mancherete davvero tanto..vi voglio tanto bene..un ringrazio speciale x tutti i proff che mi hanno insegnato tantissimissimissime cose..e mi hanno sopportato…in bocca al lupo a tuttii x gli esami…bacio…

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3 deposito!

di: T. Arianna

Tema di approfondimento: La storia della pubblicità

Scuola Secondaria di I grado


Anno scolastico 2008-2009

Situazione da studiare

La pubblicità e la sua storia.

Scopo della ricerca

Conoscere la storia della pubblicità.

Le origini della pubblicità risalgono a migliaia di anni fa.

Uno dei primi metodi fu quello delle insegne, di cui sono stati scoperti numerosi esempi delle rovine dell’antica Roma e di Pompei.

Nel medioevo esistevano banditori, imbonitori e strilloni che, elogiando a parole un prodotto, davano luogo a una semplice ma efficace forma di pubblicità.

La loro funzione era essenzialmente quella di leggere ad alta voce gli avvisi al pubblico e richiamavano l’attenzione con rullare di tamburi o squilli di tromba.

In pratica i banditori, gli imbonitori e gli strilloni sono stati i precursori dei moderni presentatori di messaggi radiotelevisivi.

Si può dire quindi che la pubblicità così come la intendiamo noi nasce con la rivoluzione industriale, quando l’aumento della produzione, la varietà di prodotti e la concorrenza fra imprenditori impongono una maggiore informazione degli acquirenti.

Il 1450 segnò una rivoluzione. Infatti, Johann Gutenberg inventò la stampa a caratteri mobili.

Gutenberg utilizzò i punzoni ( delle vere e proprie riproduzioni di lettere, piccoli timbri) per incidere una lastra d’ottone, colando successivamente del piombo fuso, ripetendo l’operazione innumerevole volta, finché ottenne tanti caratteri, perfetti. Accostandoli per formare parole si potevano comporre libri interi, in caso d’errore, bastava cambiate la lettera messa nel posto sbagliato.

Così, la stampa decollò ed i libri ed altri stampati si diffusero enormemente aprendo realmente una nuova epoca.

Il primo annuncio pubblicitario a mezzo stampa risale al 1479 e viene fatto dall’editore inglese Williams Caxton per pubblicizzare i propri libri.

Nati come caratteri Gotici, discendenti dalle scritture manuali dei Benedettini, furono poi introdotti caratteri tondi e nel 1545 il signor Garamond creò il carattere.

Il ‘600 detta la nascita della pubblicità sui giornali, infatti sulla Gazzetta di Parigi, comparì il primo annuncio pubblicitario di un medico, per poi nel 1657 il lancio di un nuovo prodotto sul Public Adviser a Londra.

In Italia i primi giornali fanno la loro comparsa tra il 1630 ed il 1650 come la Gazzetta di Parma e quella di Mantova.

Solo attorno al 1800 questi fogli acquisteranno una frequenza quotidiana.

Nel 1845 in Francia fa la comparsa la prima concessionaria di pubblicità che gestì l’esclusiva degli spazi pubblicitari di tre grandi giornali.

L’Italia non stette a guardare e nel 1863 fu fondata la Manzoni, organizzazioni che raccoglievano inserzioni per più giornali contemporaneamente, assicurando così un flusso di denaro costante e crescente, permettendo lo sviluppo della stampa quotidiana dall’800 fino ad oggi.

Gli Stati Uniti crearono la prima “agenzia di pubblicità” che offriva ai propri clienti una struttura di scrittori ed artisti per le proprie inserzioni.

Nell’800 il messaggio pubblicitario apparve sempre più frequentemente nei giornali e ad affiancare questo si impose alle attenzioni il manifesto.

La resa di stampa dei quotidiani era scarsa, annunci realizzati grezzamente e confinati in apposite pagine senza colore. La stampa, litografica, dei manifesti permetteva oltre al colore, una resa ottima ed un’ottima qualità.

Il manifesto così si impone come mezzo primario di comunicazione di massa.

A partire dagli anni ’20 la pubblicità si avvia a operare secondo regole scientifiche, tanto che nel 1925 Daniel Stach pubblica il primo trattato di tecnica pubblicitaria, in cui vengono fissate le cinque regole fondamentali di ogni messaggio pubblicitario:

– essere visto

-essere letto

-essere creduto

-essere ricordato

-essere capace di spingere il compratore ad agire, cioè ad acquistare un determinato prodotto

Dopo la prima guerra mondiale, stimolata dal grande progresso tecnico, la pubblicità si è trasformata in un’industria di dimensioni gigantesche.

L’invenzione dell’elettricità ha consentito di utilizzare le insegne luminose; la fotoincisione e altre moderne tecniche di stampa hanno sensibilmente accresciuto le sezioni pubblicitarie e redazionali dei giornali. La pubblicità come mezzo di comunicazione ha cominciato a diffondersi sempre più tra gli esperti di pubbliche relazioni.

L’avvento della radio, negli anni 20, ha dato impulso alla creazione di tecniche di vendita che si basano sulla viva voce.

La grande innovazione del dopoguerra è stata la televisione, mezzo che ha spronato l’industria pubblicitaria a perfezionare le proprie tecniche con l’uso sincrono di immagini e voce.

Il vero concetto di spot televisivo appare solo nel 1953, in America, grazie al presidente Pat Weaver che avanza la proposta di una pubblicità televisiva simile a quella già praticata sui giornali e riviste.

Nel 1954 nasce la Radio Televisiva Italiana, la Rai.

Il 3 febbraio 1957 cominciò la programmazione di Carosello, uno spettacolino di due minuti in cui con scenette comiche si alludeva ad un prodotto per poi citarlo esplicitamente solo nei quindici secondi finali del programma.

In questi anni si diffondono le conoscenze teoriche sulla comunicazione pubblicitaria e viene introdotto il vocabolario dei termini tecnici di questa disciplina.

I bambini vengono “presi di mira” e scoperti come target privilegiato su cui puntare.

Nel 1966 nasce il codice di autodisciplina pubblicitaria.

Nel 1986 il caro e vecchio Carosello andò in pensione lasciando spazio alla consapevolezza che le sponsorizzazioni erano tecniche di comunicazioni di grande rilevanza.

Sempre negli anni ’80 fanno la comparsa i primi programmi di grafica e editoria per computer.

Gli anni novanta e quelli odierni, vedono la crisi internazionale che influì sugli investimenti pubblicitari e conseguentemente sulle strutture della comunicazione.

Gli investimenti calano e le aziende puntano alla promozione piuttosto che alla pubblicizzazione.

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