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La macchina che trasforma la plastica in petrolio

Il riciclaggio della plastica è una delle principali azioni per rispettare l’ambiente. In questo senso, piuttosto innovativa ed utile, è la macchina che trasforma la plastica in petrolio. L’idea innovativa è venuta ad Akinori Ito, capo di una società giapponese, il quale ha pensato bene di trovare un rimedio allinquinamento ambientale. Bisogna infatti considerare che, in alternativa a questo, il processo di combustione della plastica nei termovalorizzatori emette una grande quantità di emissioni di anidride carbonica, che creano numerosi danni all’ambiente. Un problema per il quale si dovrebbe trovare una soluzione.

Viene da Blest, un’azienda giapponese. Con 1kg di plastica e un kW di elettricità si ottiene quasi 1L di olio combustibile. Si calcola che l’8% circa del petrolio consumato in tutto il mondo venga impiegato per fabbricare la plastica. Queste apparecchiature giapponesi sono in grado di lavorare solo alcuni tipi di plastica: PE (sacchetti di plastica), PP (oggetti di uso comune, dagli zerbini agli scolapasta), PS (polistirolo).

L’intero di riciclaggio della plasticaprocesso avviene dentro un contenitore riscaldato dal quale non esce nulla salvo l’olio combustibile.

Lati Positivi

Raffinando l’olio combustibile derivato dalla plastica si ottengono gasolio e benzina.Secondo l’amministratore delegato di Blest questa è la soluzione all’inquinamento ambientale provocato dalla plastica. A parte queste considerazioni non si dimentichi che c’è tutta la plastica accumulata delle discariche durante i decenni passati; proprio le vecchie discariche potrebbero essere i giacimenti di petrolio del futuro.

La soluzione potrebbe essere proprio questa macchina, che si configura come una strategia efficiente e al tempo stesso ad impatto zero. Non si può pensare di contrastare il fenomeno delle emissioni senza ricorrere a metodi innovativi. La macchina inventata in Giappone si propone di evitare di bruciare la plastica generando anidride carbonica, ma intende trasformare la plastica in olio combustibile.

In questo modo, oltre ad evitare danni ambientali, si può portare avanti anche un’opera di sensibilizzazione rivolta ai più sulle potenzialità racchiuse nello sfruttamento dei rifiuti in plastica.

Non bisogna dimenticare che da un chilogrammo di plastica si può ricavare un litro di olio carburante. L’immissione di anidride carbonica nell’atmosfera deve essere combattuta in modo deciso, se vogliamo contrastare anche tutte le conseguenze che essa porta con sé, prime fra tutte il riscaldamento globale e i mutamenti climatici. Vedremo quali sorprese questa macchina è in grado di riservare in futuro nella lotta all’inquinamento.

Lati Negativi

Da alcuni è considerata soltanto una forma più raffinata di riciclaggio, e ritengono che sia meglio produrre meno rifiuti piuttosto che riciclarli. Fabbricando imballaggi e involucri di plastica si consumano risorse e si inquina. Poi bisogna consumare e inquinare di nuovo per produrre l’apparecchio mangiaplastica e per farlo funzionare.

Conviene? Si inserisce la plastica dentro una sorta di pentolone ermetico e ne esce di un liquido che, sottoposto a raffinazione, può essere utilizzato come carburante.

Ovviamente per effettuare il processo serve dell’energia elettrica. I dati forniti a questo proposito dal sito internet dell’azienda produttrice – la giapponese Blest – non sono chiarissimi. La trasformazione della plastica in benzina comunque lì per lì sembra conveniente.

Il modello mignon si chiama Be-h, è capace di trattare un chilo di rifiuti e in tre ore lo trasforma in 800 grammi (ovvero circa un litro) di liquido, con un consumo di energia elettrica pari a 3KWh per l’intero ciclo. Gli altri due etti di materiale, presumibilmente, vanno in discarica: ma non è specificato.

Il passaggio successivo è affidato all’apparecchio per la raffinazione. Il più piccolo in circa tre ore e mezza tratta 20 litri di liquido, trasformandolo in un composto equivalente alla benzina. Non viene specificato se tutti i 20 litri iniziali diventano benzina, o se anche questo passaggio comporta una certa percentuale di scarto. Comunque l’intero ciclo di funzionamento della macchina richiede 15,75 KWh di energia elettrica.

Il procedimento in sè è conveniente, anche se la sola apparecchiatura per il trattamento iniziale della plastica costa 10.000 dollari, che non è poco.

Tuttavia bisognerebbe far entrare nel conto anche l’aspetto più prettamente ecologico della faccenda, oltre a quello soltanto economico. Cioè: la trasformazione del petrolio in plastica comporta impiego di energia ed emissioni di anidride carbonica che è il principale gas dell’effetto serra.

Anche il funzionamento della macchina per trasformare la plastica in benzina comporta impiego di energia e dunque emissioni di gas serra. Ed altre emissioni, infine, derivano dall’uso della benzina.

Fonti:

1)www.ecoo.it

2)blogeko.iljournal.it

3) www.alternativasostenibile.it

 

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Inter

Ciao, sono Federico. Una delle mie passioni è il calcio. La mia squadra preferita è l’Inter. Quest’anno, in campionato stà andando meglio del previsto. Attualmente è seconda, dopo la Juve anche se nello scontro diretto l’ha battuta 3 a 1 a Torino. Spero che vinca il campionato.

L’Inter è una squadra fantastica composta da fantastici giocatori.

 

 

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