La storia del volo: L’elicottero

Prima dell’invezione: Enrico Forlanini era figlio di Federico Forlanini, medico milanese allora primario all’Ospedale Fatebenefratelli, era il fratello minore del famoso Carlo Forlanini, illustre medico pneumologo, due volte candidato al premio Nobel. Una famiglia di grandi, la sua! La sua istruzione si compì in ambiente militare, infatti dopo le elementari ed aver frequentato una delle Regie Scuole Tecniche milanesi, nel 1863 entrò al Collegio Militare di Torino, per passare nel 1866 all’Accademia Militare, sempre a Torino. Due anni dopo venne ammesso alla Scuola di Applicazione Artiglieria e Genio, scuola dalla quale si diplomò nel 1870, grado: tenente del Genio.

2.1 Gli studi e le prime prove di volo rotatorio risalgono al XV secolo, ma si dovette attendere fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale per vedere lo sviluppo di un modello in scala reale in grado di volare per più di poche centinaia di metri: I primi tentativi di progettazione dell’elicottero erano stati vanficati dalla mancanza di comprensione della fisica del volo rotatorio e dei problemi che esso creava.

2.2 L’ufficiale ventiduenne Enrico Forlanini venne assegnato ad una caserma di Casale Monferrato, qui, dopo aver ottenuto il permesso dei superiori, poté utilizzare la locale officina del genio per esperimenti sulle eliche e sulle loro capacità di trazione. In questo periodo giunse a far volare un modello di elicottero a rotori paralleli azionato da un elastico. Desideroso di approfondire le sue conoscenze, nel 1874 ottenne di potersi mettere in aspettativa dall’esercito, per potersi iscrivere alla Scuola di Applicazione del Regio Istituto Tecnico Superiore, antenato del Politecnico di Milano. Tra i suoi insegnanti Giuseppe Colombo, autore di importanti testi tecnici, deputato e ministro, anch’egli un interessato delle nascenti tematiche aeronautiche.

2.3 Finalmente l’elicottero: Dopo la laurea di ingegnere industriale e ancora in aspettativa dal Regio Esercito, trovò lavoro presso l’ufficio tecnico del Comune di Gallarate, in provincia di Varese. Nel periodo 1875-1876 insegnò meccanica nella locale scuola professionale.
Alla conclusione del periodo di aspettativa, venne trasferito ad Alessandria, dove poté riprendere gli esperimenti sugli elicotteri nella locale Officina del Genio. Successivamente venne trasferito a Catanzaro, ma il lavoro di sviluppo di un modello di elicottero a vapore poté continuare grazie al suo attendente, Pietro Torresini, rimasto ad Alessandria, che, attraverso una fitta corrispondenza, complet
ò l’opera nel 1877.

2.4 La dimostrazione: Con questo elicottero fu compiuta una dimostrazione pubblica a Milano tra il luglio e l’agosto dello stesso anno. La dimostrazione avvenne su una piattaforma montata all’interno del Salone dei Giardini Pubblici, talvolta come sede è riportato il Teatro alla Scala. L’elicottero si alzò fino ad una altezza di 13 metri, per un volo di una ventina di secondi che terminò con una lenta discesa. Non era il primo volo di un modello di elicottero, occorre comunque notare che era il primo esperimento di elicottero metallico con un vero e proprio motore.
Tra gli spettatori della dimostrazione vi era Giuseppe Colombo, che, con una relazione all’Istituto Lombardo, fece meritare al ventinovenne Forlanini la medaglia d’oro del Premio Cagnola.

2.5 Gravità e Portanza: La “portanza” è la forza che si oppone alla gravità, che attira tutte lo cose al centro della terra. La portanza viene creata dal flusso d’aria che scorre sulle superfici di ali o pale. Naturalmente, quando la portanza è maggiore della forza di gravità il velivolo si alza, mentre se è minore si abbassa. Se le due forze sono allo stesso livello di forza, il velivolo mantiene il volo stazionario. La struttura dei profili aerodinamici di un velivolo (in questo caso le pale) consente loro di generare portanza. I profili di queste “ali” rotanti sono costruiti in modo da da sfruttare sia il volo in avanti che quello di innalzamento, abbassamento e stazionamento. I principi fisici che spiegano il fenomeno sono due: il principio di Bernoulli e “l’angolo d’attacco”.

2.6 Principi:

Principio di Daniel Bernoulli

Su un fluido ideale per ogni incremento della velocità si ha simultaneamente una diminuzione della pressione o un cambiamento nell’ energia potenziale gravitazionale del fluido.

Angolo d’attacco

angolo con cui un profilo alare fende un fluido. Come si vede nella foto, le pale sono rivolte in direzioni opposte, proprio per creare portanza.


2.6 Attività industriale
: Date le dimissioni dall’esercito, Forlanini si trasferì a Forlì, avendo trovato impiego come direttore tecnico della ditta locale Stabilimento Gazogeno Fonderie Meccanica, fondato nel 1863. Nel 1878 sposò la maestra Angiolina Turchi. L’interesse di Forlanini per il volo non era certo scemato, e nel suo periodo forlivese s’interessò al volo di modelli di aereo a cui forniva propulsione per mezzo di razzi. Nei primi del Novecento realizzò anche un aliante biplano, con cui effettuò alcuni lanci. Il biplano decollava per mezzo di una catapulta azionata da un contrappeso. Nel 1895 divenne proprietario dello stabilimento, che ribattezzò Officine di Forlì e 2 anni dopo (1897), tornò a Milano, trasferendovi la direzione della ditta. Forlanini, che durante la sua carriera militare ed i suoi impegni lavorativi, aveva sempre potuto contare su officine meccaniche, arrivò a realizzare nella sede milanese della ditta:
L’incontro a Roma con un suo vecchio commilitone, Cesare del Fabbro, tenente del Genio, che gli offr
ì la possibilità di un volo in pallone portò Forlanini ad interessarsi al dirigibile, ma questa è un’altra storia (La storia del volo: il dirigibile).

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