William Gilbert!!!!!!!!!!!!!!!!!
Nasce da un’importante famiglia di Suffolk (Inghilterra), a 14 anni entra nel
St.Jon’s College di Cambridge, ed a 20 anni è già Master of Arts ed insegnante di matematica.
Di lui si sa che era di imponente statura, di carattere
gioviale se pure riservato e che, per potersi
dedicare ai suoi studi preferiti con totale impegno, (questa almeno è la versione ufficiale), non
si sposò mai, profondendo tutte le sue risorse economiche
nei suoi esperimenti scientifici.
Nel 1569, a 25 anni, si laurea in medicina e, subito dopo, in fisica;
dopo diversi
viaggi in Europa e soprattutto in Italia, nel 1573 ritorna a Londra, dove,
nel 1600, viene
eletto Presidente del Reale Collegigio dei Medici per divenire,
un anno dopo, medico personale della Regina Elisabetta.
Le principali scoperte che scaturiscono dai suoi studi
ed esperimenti, condotti sempre con puntigliosa
perseveranza, possono essere così riassunte:
- netta distinzione fra attrazione elettrica e magnetica;
- oltre all’ambra, altri materiali dovevano essere considerati come corpi elettrizzabili;
- un magnete perde la sua forza se viene riscaldato;
- il ferro si magnetizza anche con l’azione di un campo magnetico.
La sua teoria che lo strofinio provocasse sul corpo elettrico degli
“effluvi”, i quali, ritornando al corpo, attraevano i piccoli e leggeri oggetti
osti nelle immediate vicinanze, appare ancora primitiva, ma ha la sua
importanza, perché cerca di dare una spiegazione scientifica dei fenomeni
elettrici, svincolandosi dalle bizzarre e fantasiose teorie allora in voga.
L’opera di Gilbert, dal titolo “De Magnete”, pubblicata nel 1600, è composta
da 6 libri, dei quali il primo è un’introduzione storica all’argomento, mentre
gli altri 5 non sono altro che l’esposizione dei 5 moti magnetici da lui riscontrati
nel corso delle sperimentazioni. Per alcuni studiosi, il trattato “De Magnete”
può essere considerato non un trattato di fisica sperimentale, ma “l’ultima
opera importante di magia naturale che studia le forze occulte della natura”,
comunque Gilbert è ritenuto, dai più, l’iniziatore del periodo
Lo scienziato che prende il merito per essere stato il primo padre di elettricità e magnetismo fu l’inglese William Gilbert , che era un medico e di uomo saggio alla corte della regina Elisabetta (sec. XVI). Antes de él, todo lo que se sabía de la electricidad y el magnetismo era lo que conocían los antiguos, que la magnetita poseía propiedades magnéticas y que el ámbar y el azabache, cuando se frotaban, atraían pequeños pedazos de papel u otras sustancias de gravedad específica leve. Prima di lui, tutto quello che si sapeva di elettricità e il magnetismo era quello che gli antichi sapevano, che la calamita possedeva proprietà magnetiche e che l’ambra e jet, se strofinata, attirerebbero pezzi di carta o di altre sostanze di gravità specifiche di piccole dimensioni.
William Gilbert (1544-1603) fu il primo uomo a capire che l’attrazione dell’ambra non era dovuta al magnetismo ma a qualcosa di diverso che chiamò elettricità derivando questo nome dal nome greco dell’ambra “electron”.
L’osservazione dell’attrazione in sostanze differenti fece capire come l’elettricità non fosse una proprietà delle singole sostanze, ma fosse un “fluido” che poteva essere prodotto con lo strofinamento dei corpi.
Gilbert fu il primo uomo a ipotizzare che la terra fosse una grande calamita e che l’ago della bussola fosse attratto dai poli magnetici della terra, coincidenti con i poli geografici. (fig. in basso).
Prima di lui si pensava che l’ago magnetico fosse guidato da forze celesti. Gilbert era convinto che si potesse arrivare a misurare la latitudine anche con tempo nuvoloso semplicemente impiegando la bussola.
Scoperta la magnetizzazione sotto l’influenza, rilevando che la magnetizzazione del ferro è perso quando riscaldato al rosso. Estudió la inclinación de una aguja magnética concluyendo que la Tierra se comporta como un gran imán. Studiato l’inclinazione di un ago magnetico concludere che la Terra si comporta come un grande magnete
Il campo geomagnetico è un fenomeno naturale presente sul pianeta Terra e comune a molti altri corpi celesti, come ad esempio il Sole. Esso è assimilabile al campo generato da un dipolo magnetico con poli non coincidenti con quelli geografici e non statici, e con asse inclinato di 11,3° rispetto all’asse di rotazione terrestre. Le ipotesi sulle origini di questo campo sono numerose, ma oggi le teorie sono orientate verso un modello analogo a quello di una dinamo ad autoeccitazione |
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DA HAWA DEME E GIULIA MAGNANI
nuovo modo per lo sfuttamento del combustibile
Gli scienziati cinesi avrebbero inventato una nuova tecnologia per un nuovo modo per sfruttare il combustibile nucleare che stà diventando sempre più raro.
Si sa soltanto che la nuova tecnologia esce dai laboratori della China National Nuclear Corporation, nel deserto del Gobi, dopo decenni di sperimentazioni.
l’avanzamento tecnologico, consentirà all’industria nucleare cinese di soddisfare il fabbisogno di combustibile nucleare per secoli. “La Cina ha riserve accertate di uranio che dovrebbero durare solo da 50 a 70 anni”, ma con questa scoperta la durata si allunga “a 3.000 anni”.
Pechino vorrebbe raggiungere una capacità nucleare da 70 a 80 gigawatt entro il 2020, equivalente a tutta la capacità elettrica installata in Italia. E se va avanti a questo ritmo, è probabile che centrerà l’obiettivo: i tempi normali di costruzione di un reattore sono 4-5 anni.
E’ quindi comprensibile la preoccupazione del governo di Pechino per il bisogno di combustibile: la Cina produce attualmente circa 750 tonnellate di uranio l’anno, ma la domanda potrebbe aumentare fino a 20.000 tonnellate entro il 2020.
Se davvero gli scienziati cinesi sono riusciti a mettere a punto una tecnologia di riutilizzo del combustibile nucleare più avanzata di quelle già sfruttate in Occidente per me sono stati veramente dei geni
il modo per produrre combustibile, infatti, è un sistema già conosciuto e praticato dall’industria nucleare occidentale: solo il 3-4% del combustibile usato una volta non si può più riutilizzare, il restante 96% .
Non si sa ancora se i cinesi sono andati oltre, in Occidente, l’industria nucleare lavora già da anni a vari tipi di macchine progettate per produrre più reazioni a catena di neutroni al loro interno di quanto ne consumino.
Per adesso non si sa molto del lavanzamento dei fatti ma sappiamo solo che ci stanno lavorando
adesso vediamo un video che c’e lo mostra il combustibile fossile
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